Come Studiare:Una Breve GuidaSuggerimenti e indicazioni che potrebbero aiutarvi nel completare proficuamente i vostri studi |
Traduzione della versione originale "How to Study" di William J. Rapaport, Department of Computer Science and Engineering, Department of Philosophy, and Center for Cognitive Science della State University of New York at Buffalo.
Ultimo aggiornamento: 19 Settembre 2011Nota del traduttore (A. Formisano): in questa versione italiana si è cercato di restate il più possibile aderenti alla versione originale. Sono state apportate solamente alcune modifiche marginali per meglio adeguare i contenuti al contesto del sistema scolastico/universitario italiano.
Se state leggendo una versione cartacea, potreste essere interessati a consultarne la versione online italiana o l'originale in inglese ove potrete trovare numerosi riferimenti a ulteriore materiale di approfondimento.
Molti sono dell'opinione che ogni persona abbia un differente stile di apprendimento (learning style). (Se concordi con questa opinione potresti trovare interessanti alcuni di questi riferimenti: Claxton & Murrell 1987, "Learning Styles" (Wikipedia), Keirsey Temperament and Character Web Site, William Perry's Scheme of Intellectual and Ethical Development, Holland 1966, Kolb 1984, Sternberg 1999. Per alcuni strumenti online, orientati a differenti stili di apprendimento, vedi "100 Helpful Web Tools for Every Kind of Learner".)
Nota comunque che non ci sono prove scientifiche a supporto del loro impiego! Il maggior studio in questo contesto è Pashler et al. 2009. Vedi anche Glenn 2009/2010.
Quindi, ogni persona ha un differente modo di studiare. Tuttavia, il modo di studiare che stai attualmente adottando potrebbe non essere il migliore per te. Come lo puoi verificare? Facile: se i tuoi voti non sono quelli che vorresti, allora, probabilmente, devi modificare il modo in cui studi!
In quanto segue ti darò dei suggerimenti su come studiare efficacemente. Questi consigli hanno funzionato nel mio caso, quando frequentavo la high school, il college, e la graduate school. Inoltre, questi consigli si sono rivelati per me ugualmente utili in corsi umanistici (come filosofia e letteratura) e in corsi scientifici (come matematica e informatica). Siccome ogni persona ha un proprio modo di studiare, alcuni dei miei consigli potrebbero non essere adatti a te, se non con qualche aggiustamento personale. Nonostante ciò ti sprono a provarli. Molti studenti adottano con successo questi suggerimenti (eventualmente applicando qualche personale variazione).
Sentiti libero di indicarmi i tuoi suggerimenti per lo studio, quelli che hanno funzionato nel tuo caso. Cercherò di inserirli in future versioni di questa guida.
Studiare all'università è un lavoro a tempo pieno. Gestire bene il proprio tempo è importante.
Quanto tempo dovresti dedicare allo studio? Un recente saggio apparso in Chronicle of Higher Education rivelerebbe che gli studenti non studiano abbastanza. Ma, quant'è abbastanza? Assumendo che la tua educazione sia un impegno a tempo pieno, dovresti dedicarvi attorno alle 40 ore settimanali. Considera una situazione tipica nel sistema accademico italiano, dove ad ogni credito corrisponde un totale di 25 ore di attività e un corso da 6 CFU prevede 42 ore di lezione. Allora ad ogni ora di lezione in aula devono corrispondere circa 2 ore e mezza di studio autonomo. Se stai seguendo, diciamo, tre di questi corsi che prevedono globalmente 12 ore di lezione in aula, allora dovrai completare lo studio settimanale con circa 30 ore di lavoro a casa (o in biblioteca, o...).
Ovviamente dovrai distribuire questo lavoro lungo tutta la settimana. Per fare un esempio, supponiamo che tu decida di studiare solo la sera, tutti i giorni dal lunedì al sabato, lasciandoti libere le domeniche. Allora, suddividendo le 30 ore di lavoro a casa nei 6 giorni, dovresti studiare almeno 5 ore ogni sera. Se pensi che sia troppo allora dovresti considerare la possibilità di studiare anche in alcuni dei pomeriggi, o tardi la notte, o sacrificare qualche domenica.
Ovviamente questo è un esempio. Se stai seguendo un singolo corso da 2 ore di lezione alla settimana, allora dovresti aggiungere solo 5 ore di lavoro a casa.
Se svolgi qualche lavoretto sporadico per guadagnare un po' di soldi, dovresti farlo sottraendo tempo al tuo tempo libero, non riducendo il tempo dedicato allo studio! (Altrimenti dovresti considerare la possibilità di rinunciare a qualche lavoretto o ridurre il numero dei corsi che stai seguendo).
Se ti sembra troppo, considera che i corsi universitari sono diversi dai corsi delle superiori, che probabilmente ti sono più familiari. I corsi universitari hanno un carattere più intensivo, comprendono meno ore di lezione in aula e richiedono una maggiore mole di lavoro svolto indipendentemente/autonomamente dallo studente per approfondire e acquisire le nozioni.
Poniti degli obiettivi graduali e scadenzati. Se non riesci a raggiungerli, allora riduci le attività non connesse allo studio. Se non puoi, perché devi lavorare per vivere, considera la possibilità di iscriverti all'università come studente lavoratore o part-time (ciò ti permetterà di diluire il tuo percorso formativo in un numero maggiore di anni).
Per alcuni suggerimenti su come gestire il tuo tempo nella preparazione degli esami vedi dopo.
Per alcuni suggerimenti su come gestire il tuo tempo nello svolgimento di progetti vedi dopo.
Per alcune risorse web sulla gestione del tempo, puoi dare una occhiata a questi siti:
È meglio concentrarsi sullo scrivere gli appunti o concentrarsi sulla comprensione di ciò che si sta spiegando a lezione? Paradossalmente, mi butterei più sullo scrivere appunti completi che sul pretendere di capire perfettamente tutto e subito. La comprensione approfondita verrà in un secondo tempo, quando rivedrai i tuoi appunti. Infatti se i tuoi appunti saranno incompleti allora sarà proprio difficile comprendere ciò che non hai neanche scritto.
ABBREVIAZIONE | SIGNIFICATO |
---|---|
comp | compilatore/compilare |
cpt | compresso/compatto |
dim | dimostrazione |
exa | esempio |
exe | esercizio |
lang | linguaggio |
lex | lezione |
NB: | nota/nota bene |
oss | osservazione |
pma | programma |
prop | proprietà/proposizione |
prox | prossimo |
ptore | programmatore |
rel | relazione/relazionale |
sys | sistema |
s.t. | tale che |
→ | implica, allora (simbolo della logica) |
∨ | o (simbolo della logica) |
∧ | e (simbolo della logica) |
¬ | non/negazione (simbolo della logica) |
![]() | possibile/possibilmente (simbolo della logica) |
![]() | necessario/necessariamente (simbolo della logica) |
![]() | per ogni/sempre/per tutti (simbolo della logica) |
![]() | esiste/esistono/alcuni (simbolo della logica) |
(Una tecnica simile si basa su un sistema per abbreviare chiamato Speedwriting. Ecco un esempio in inglese:
Ovviamente, il punto focale nell'usare abbreviazioni è usare abbreviazioni che hanno senso per te. Puoi inserire, a margine dei tuoi appunti, una leggenda (come la tabella precedente) per le abbreviazioni che "ti inventi sul momento".
Tuttavia, se hai un dubbio o necessiti di un chiarimento su qualcosa che il docente ha detto o scritto (per esempio perché inudibile o illeggibile) , chiedi! Non avere timore di fare domande! Sii certo che ci sarà almeno un altro studente in aula (spesso più di uno) che ti sarà estremamente grato per aver chiesto più o meno la stessa domanda che, per imbarazzo, lui non ha fatto. Probabilmente susciterai l'apprezzamento da parte di questo studente (e del docente!). Ricorda che: "Chi fa una domanda è ignorante per un istante, chi non la fa rimane ignorante per sempre".
Gli appunti sono spesso incompleti o abbozzati. La sola rilettura non è produttiva. Inoltre, trascorsi solo pochi giorni o mesi dopo che hai preso i tuoi appunti, questi saranno molto probabilmente praticamente incomprensibili. Se non operi subito e attivamente sugli appunti correrai il rischio di avere del materiale male organizzato o incompleto su cui studiare.
Ciò che ti suggerisco è di studiare i tuoi appunti riscrivendoli. Utilizza un quaderno diverso da quello utilizzato per prendere appunti in classe. Per la versione permanente (riscritta) dei tuoi appunti è meglio usare un quaderno rilegato o a spirale, da cui non si stacchino i fogli. Dopo ogni lezione, prima possibile (preferibilmente la sera stessa o il giorno successivo), riscrivi gli appunti nella loro versione permanente nel quaderno.
L'idea alla base del riscrivere gli appunti grezzamente presi in aula (oltre, ovviamente, il riorganizzarli in una forma più leggibile) è che proprio l'azione di ricopiatura è uno dei metodi migliori per studiarli. Successivamente potrai studiare le lezioni su una versione "permanente" degli appunti, ripuliti, più leggibili, organizzati e completi. Troverai dei suggerimenti su come fare ciò più avanti.
Sfrutta questa opportunità per riempire le lacune mentre hai ancora freschi in mente gli argomenti della lezione. Potresti scoprire che hai dei semplici dubbi o delle domande, o che c'è qualcosa che non hai ben capito o non hai colto durante la lezione. In tal caso, meglio! Aggiungi una nota ai tuoi appunti e fai la domanda durante la successiva lezione!
Usa questa opportunità per (ri-)organizzare logicamente e con coerenza i tuoi appunti. Se ti sembra opportuno, puoi strutturare il materiale introducendo un indice gerarchico. Per far ciò non sei obbligato ad adottare un approccio "ufficiale" o uno stile particolare (come ad esempio, usare il formato I.A.1.(a)(i) oppure delle regole banali come "introdurre almeno due sotto-sezioni, e non una sola, nell'articolare una sezione", ecc). Scegli tu la forma che più ti soddisfa, dopotutto sono i tuoi appunti. Personalmente, preferisco numerare i punti principali (separandoli con una linea), usando una indentazione per i dettagli:
1. Idea 1 - dettaglio 1 - dettaglio 2 - ulteriore dettaglio 2.1 - dettaglio 3 - ulteriore dettaglio 3.1 - ulteriore dettaglio 3.2
2. Idea 2
3. Idea 3
Peggio ancora!! potresti esser tentato di usare il computer durante la lezione per navigare su rete, leggere l'email o chattare con gli amici. Non farlo! (Per un dibattito su questo argomento vedi Adams 2006.)
Per questi motivi spegni il computer durante le lezioni. E anche l'iPod. E pure in cellulare. E ogni altra cosa che potrebbe distrarti. Per altre motivazioni per far ciò, vedi:
Studia prima gli argomenti difficili. Quando la sera (o il giorno) studi o fai esercizi a casa, affronta prima gli argomenti che richiedono maggiore lucidità, attenzione ed energia. Lascia quelli più semplici, o più coinvolgenti, per dopo.
Studia in un luogo silenzioso, con meno distrazioni possibile. Non ascoltare musica o guardare la TV: è praticamente impossibile fare contemporaneamente due cose se una di esse è studiare. (Per convincersi del perché sia difficile—se non impossibile— fare due cose assieme ("multitasking"), vedi:
Se non rifletti su cosa stai leggendo, ti posso garantire che finirai per distrarti, la tua mente divagherà, gli occhi finiranno per fissare il vuoto e finirai per addormentarti—è una forma di auto-ipnosi. Quindi devi leggere in modo attivo. Potremmo dire che devi convertire il materiale inerte del testo sulla carta in materiale interattivo, cosicché tu possa avere una "conversazione" con il testo, come se tu stessi dialogando con l'autore.
Il primo passo per leggere attivamente è leggere l-e-n-t-a-m-e-n-t-e. Questo è un algoritmo per leggere un testo, qualsiasi sia il soggetto, lentamente e attivamente:
WHILE c'è un'altra frase da leggere DO: BEGIN (* while *) Leggi la frase, LENTAMENTE; IF non la hai capita THEN BEGIN (* if *) ri-leggi il materiale che precede la frase, LENTAMENTE; ri-leggi la frase incomprensibile, LENTAMENTE; IF non la hai ancora capita, THEN chiedi a un altro studente di spiegartela; IF non la hai ancora capita, THEN chiedi all'assistente o all'esercitatore del corso (se c'è) di spiegartela; IF non la hai ancora capita, THEN chiedi al docente di spiegartela; IF non la capisci & stai seguendo un corso avanzato (ad es. magistrale, dottorato), THEN scrivi un paper sull'argomento (!) END (* if *) END; (* while *)
Dato che non ci sono altre frasi da leggere (perché il test booleano del WHILE è falso), hai capito il testo!
Questo algoritmo ha tre principali vantaggi:
Ma, come fai a sapere se hai capito la frase che hai appena letto? Facile: dopo ogni frase domandati "perché?" (Pressley & El-Dinary 1992).
Per altre indicazioni sulla lettura lenta, vedi:
Questa tecnica può anche presentare altri difetti:
Una tecnica leggermente meno disordinata ma ugualmente inutile consiste nell'utilizzare penna o matita per sottolineare i passaggi importanti o interessanti. Ti posso garantire che finirai facilmente per sottolineare ogni frase in ogni pagina, e non avrai ottenuto il tuo scopo.
La tecnica che ti suggerisco è comunque soggetta allo stesso rischio, ma presenta "incorporata" la soluzione per evitare il problema. Così potrai ri-leggere il testo e evidenziare differenti passaggi topici ogni volta. Il trucco consiste nell'enfatizzare un passaggio tracciando una linea verticale al suo margine. Io preferisco usare il margine destro e tracciare una parentesi quadra: ]. Se vuoi evidenziare [l'esatto inizio e fine del passaggio,] puoi usare parentesi quadre direttamente nel testo, come ho fatto nell'ultima frase, unitamente alla linea verticale posta al margine destro della pagina. Così facendo, anche se hai erroneamente evidenziato tutte le frasi del testo, almeno non hai rovinato le pagine. Inoltre, quando ri-leggerai il testo (nota che ho detto 'quando', non 'se' :-), potrai usare una diversa tecnica per evidenziare (ed esempio, sottolineando) quei passaggi ancora più importanti. Talvolta io uso parentesi doppie per enfatizzare durante una seconda passata: ]] a la sottolineatura per la terza. (Se proprio devi, puoi anche utilizzare evidenziatori gialli per una quarta passata, per evidenziare le parti super-extra-ultra-importanti.)
Ora supponi che tra alcuni mesi (o anni) tu desideri ritrovare in un testo i passaggi più interessanti relativi ad un concetto, diciamo per esempio a "coscienza". Come potresti rintracciarli? Si può, ovviamente, scorrere tutto il libro fino a trovarli, ma ciò che preferisco fare è stilare un indice delle annotazioni che via via ho apposto al margine delle pagine. Ad esempio, se c'è un indice analitico nel libro, posso aggiungervi una voce (ad es., "Coscienza: 10, 20"), oppure scrivere un mio indice in una pagina bianca in fondo al libro.
Queste note possono essere utilizzate successivamente se deciderai di scrivere una relazione o un articolo in cui discuti il materiale del testo. A questo scopo ti sarà anche utile numerare le tue note. Personalmente trovo utile questo schema: numera le pagine del notes con numeri romani (I, II, ecc.), numera ogni passaggio ricopiato (o commento) con cifre (1, 2, ecc.), e con lettere (a, b, ecc.) ogni tuo commento associato a passaggi ricopiati. Potrai riferirti, in una nota a margine del libro, ad un punto del tuo notes con un codice (come ad esempio XIV-7-b, ovvero, commento b sul passaggio 7, commento scritto alla pagina XIV del notes). Vedi anche dopo.)
Chiaramente, anche per un testo non letterario può risultar utile una lettura completa e veloce, così da avere una visione "a volo d'uccello" dell'intero testo, magari apportando delle annotazioni ai punti più impegnativi. Poi applicherai le tecniche di lettura lenta e attiva per lo studio del testo.
E cosa dire delle (eventuali) versioni filmate o dei video di un testo da studiare? Possono essere utili, ma in generale non possono sostituire la lettura. Un'eccezione potrebbe esser ammessa per i copioni, che sono scritti "per esser visti" piuttosto che semplicemente letti. Se decidi di guardare in aggiunta alla lettura, cosa fare prima? Io preferisco prima guardare e poi leggere. Sono infatti stato spesso deluso dal guardare un film dopo aver letto il testo da cui è stato tratto (perché non corrispondeva all'immagine mentale che mi ero fatto durante la lettura), invece non sono mai stato deluso dal leggere un testo dopo averne visto l'adattamento cinematografico. In aggiunta, guardare l'adattamento prima di leggere può aiutarti nel visualizzare ciò che stai leggendo.
Non dovrebbe esserci bisogno di dire che devi fare i "compiti per casa" e devi farli tempestivamente.
I docenti di corsi scientifici (ed anche altri, come quelli di lingua straniera) assegnano spesso esercizi o problemi da svolgere come compiti per casa e, sovente, da riconsegnare. Suggerisco fermamente di non svolgere velocemente i compiti e poi consegnare le soluzioni. Piuttosto, svolgili in "brutta copia", controllali e poi ricopiali in bella copia e consegna questa (ricordando di metterci il tuo nome!). Ancora meglio, puoi duplicare gli esercizi (e le tue soluzioni) ed inserirli nei tuoi appunti, prevenendo l'eventualità che il docente li perda o non li restituisca in tempo utile da poterli utilizzare quando studierai (questo accade, raramente, solitamente appena prima della sessione d'esame, quando il docente ha molte cose da preparare).
Non scrivere semplicemente solo le risposte. Scrivi il problema e una soluzione completa, che mostri come sei giunto alla risposta.
Per gli esami finali, cerca di dedicare più tempo possibile allo studio. Non essere tentato, durante il tempo libero che hai in prossimità della settimana degli esami, di fare qualcos'altro che non sia studiare. (Se in un giorno vuoi prenderti del tempo per rilassarti, fallo solo dopo aver completato lo studio previsto per la giornata. Se devi sostenere E esami e hai D giorni per studiare, dedica approssimativamente D/E giorni ad ogni esame. (Per esempio, se hai 4 esami e 5 giorni, trascorri un po' più di un giorno (1.25 giorni per essere precisi) studiando per ciascun esame).
Se hai pochi giorni liberi allora pochi esami, se hai tanti giorni liberi allora tanti esami, ecc., pianifica il tuo studio in modo da dedicare approssimativamente un tempo uguale per ogni esame e assicurandoti di dedicare allo studio l'intero giorno/notte che precede l'esame. Per esempio supponi di disporre di 2 giorni liberi prima dell'esame #1, e un ulteriore giorno prima degli esami #2 e #3. Pensa ad ogni giorno come se avesse tre parti: mattino, pomeriggio e sera. Assumiamo che ogni esame si svolga in una di queste tre parti (cioè non occupi due parti consecutive della giornata). Allora potresti dividere lo studio come illustrato nella tabella. Considera che non dovresti ritardare lo studio per l'esame #3 fino a dopo sostenuto l'esame #2. Inizia a studiare subito per tutti gli esami.
GIORNO | PARTE DEL GIORNO | COSA FARE |
---|---|---|
Giorno 1 | mattino | studia per l'esame #1 |
pomeriggio | studia per l'esame #2 | |
sera | studia per l'esame #3 | |
Giorno 2 | mattino | studia per l'esame #1 |
pomeriggio | studia per l'esame #2 o #3 (o entrambi) | |
sera | studia per l'esame #1 | |
Giorno 3 | mattino | studia per l'esame #1 |
pomeriggio | dai l'esame #1 | |
sera | studia per l'esame #2 | |
Giorno 4 | mattino | studia per l'esame #3 |
pomeriggio | studia per l'esame #2 | |
sera | studia per l'esame #3 | |
Giorno 5 | mattino | studia per l'esame #2 |
pomeriggio | dai l'esame #2 | |
sera | studia per l'esame #3 | |
Giorno 6 | dai l'esame #3 |
Molti studenti non realizzano questo fatto perché hanno un "illusione di competenza" (cioè, pensano di conoscere la materia meglio di quanto effettivamente la conoscano) quando ri-leggono gli appunti e i libri (Karpicke et al. 2009; Belluck 2011), specialmente se ri-leggono passivamente invece che attivamente.
Un metodo di studio migliore della ri-lettura passiva è il metodo "3R": "rileggi-ripeti-ricontrolla", ovvero: "Leggi il testo, metti via il testo e ripeti a voce alta tutto ciò che riesci a ricordare, quindi leggi di nuovo il testo" (McDaniel et al. 2009).
Importante: imparerai di più e ricorderai meglio svolgendo ripetuti test (sia quiz in aula che esercizi a casa) di quanto potrai fare con ripetute letture (Karpicke et al. 2009). (Quindi quando il docente ti assegna molti quiz ed esercizi e ti richiede di memorizzare fatti di base, non lamentarti! Questo è il modo migliore di imparare e ricordare ciò che hai imparato.)
Le prossime sezioni ti forniranno alcuni suggerimenti su come fare tutto ciò.
Per le materie in cui devi risolvere dei problemi o scrivere delle dimostrazioni, risolvi molti problemi tipici, presi dai libri di testo adottati dal corso o anche da altri testi (ad esempio le pubblicazioni Schaum's Outline Series (McGraw-Hill) sono di solito una buona fonte di questi problemi). Puoi anche chiedere al docente di indicarti altre fonti di esercizi. Come fare a sapere se le tue risposte sono corrette? Il modo migliore consiste nel formare un gruppo di studio di due o più studenti: risolvete i problemi e comparate le soluzioni. Se le risposte corrispondono, probabilmente sono corrette; altrimenti potete recarvi dall'assistente del docente (se c'è) o dal docente. Come per la fase della lettura lenta, è sempre meglio chiedere aiuto al docente relativamente ad un problema o una domanda precisa.
Memorizza le domande e le risposte—ma non ripeterle semplicemente a memoria. Scrivi per esteso le risposte: copri la parte destra del foglio (la risposta) e scrivi la risposta. Terminata una pagina, controlla il tuo lavoro e eventualmente riscrivi le risposte alle domande a cui non hai dato risposta (o ne hai data una errata) fino a quando rispondi correttamente a tutto.
Ricerche in psicologia suggeriscono che le persone imparano più quando fanno errori di quando rispondono correttamente a tutto. Quindi non avere timore di dare risposte errate! (Vedi Roediger III, Henry L.; & Finn, Bridgid (2010), "The Pluses of Getting It Wrong", Scientific American Mind 21(1) (marzo/aprile): 39–41.
Perché scrivere e non semplicemente ripetere a voce? Perché nel vero test d'esame dovrai scrivere le risposte. Abituati a scriverle. (Ovviamente se dovrai affrontare un esame orale ripetere potrebbe essere più appropriato che scrivere. Tuttavia, uno tende a saltare i dettagli mentre ripete, specialmente se si ripete a mente invece che a voce. Ma se scrivi le risposte e hai buona memoria visiva, allora durante l'orale potrai "leggere" le risposte nella tua mente).
Per un esame che prevede di risolvere degli esercizi o dimostrare dei teoremi, affronta quelli più semplici per primi.
Quando hai finito rileggi accuratamente tutte le risposte.
E quando tutti gli esami sono finiti... attenti...:-)
Come stilare un indice? I suggerimenti che seguono funzionano in quasi tutti i casi in cui devi scrivere un indice. Primo, scrivi una manciata di tematiche che vorresti discutere (saranno le categorie in cui classificherai gli appunti), descrivi ognuna di esse usando solo poche parole chiave. Decidi in quale ordine vuoi scrivere delle varie tematiche e quindi—su un foglio bianco—scrivi ogni argomento in testa ad una colonna. Qualcosa tipo questo:
Queste saranno le sezioni principali della tua composizione. In aggiunta, dovresti impostare sempre una sezione introduttiva e una conclusiva.
In ogni colonna scrivi le idee principali che vuoi includere nella corrispondente sezione. Di nuovo, ordina queste idee usando solo alcune parole chiave. Queste saranno le tue sotto-sezioni. Sotto ognuna di esse metti i numeri identificativi dei passaggi dei tuoi appunti che vuoi includere nelle sotto-sezioni. (Potresti scoprire che sarà necessario ripetere queste fasi per impostare sotto-sotto-sezioni, ecc. In tal caso compi questo passo quando sarai pronto per scrivere la sotto-sezione, non all'inizio. Questo modo di procedere è detto "top-down design and stepwise refinement".)
Una volta che hai completato l'indice/traccia, inizia a scrivere, usando l'indice e gli appunti come guida. In questa fase non perdere troppo tempo a editare ciò che scrivi. Semplicemente scrivi! (Devo dire che alcuni preferiscono la "scrittura libera", in cui non si impiega del tempo preparando un indice. Se questo è il tuo modo di procedere, fallo).
Ovviamente, dare un titolo a ogni sezione e sotto-sezione è sempre utile per tener traccia di dove sei, sia mentre scrivi che mentre leggi, come ho fatto io in questo documento.
E non procrastinare!
Per alcuni trucchi su come procrastinare il procrastinare, vedi:
D'altra parte, per argomentazioni a favore del procrastinare, vedi:
Abstract:
A questo punto probabilmente ti starai chiedendo se devi realmente fare tutto questo. Sembra un lavoro orribilmente enorme.
Beh! chiaramente non devi fare tutto in una sola volta. Prova alcuni dei miei suggerimenti e verifica quali di essi funzionano per te. Prova delle variazioni che possano meglio adattarsi al tuo stile di studio o alla tua situazione personale. Tuttavia, in generale, non esiste un modo veloce o facile per studiare. Studiare è un lavoro duro e deve prendere molto tempo.
Quindi, devi proprio fare tutto ciò? Sì (o qualcosa di molto simile a questo)—se vuoi realmente imparare e ottenere buoni voti.
Infine, per ciò che può valere, ecco alcuni commenti da studenti e da altre persone che hanno provato alcuni dei metodi descritti in questo documento. (Riporto i commenti in lingua originale. Fanno riferimento alla versione in inglese.):
Goldbaum, Ellen (2009, December 17), "UB Professor's Online Study Guide Makes a Great Gift That Keeps On Giving", University at Buffalo NewsCenter.
Adams, Dennis (2006), "Wireless Laptops in the Classroom (and the Sesame Street Syndrome)", Communications of the ACM 49 (9 settembre 2006): 25-27.
Belluck, Pam (2011), "Take a Test to Really Learn, Research Suggests", New York Times (21 gennaio 2011): A14.
Claxton, Charles S., & Murrell, Patricia H. (1987), Learning Styles: Implications for Improving Educational Practices, ASHE-ERIC Higher Education Report No. 4 (Washington, DC: Association for the Study of Higher Education).
Glenn, David (8 gennaio 2010), "Customized Teaching Fails a Test", Chronicle of Higher Education: A1, A7–A8.
Holland, John L. (1966), The Psychology of Vocational Choice (Waltham, MA: Ginn & Co.)
Kolb, David A. (1984), Experiential Learning: Experience as the Source of Learning and Development (Englewood Cliffs, NJ: Prentice-Hall).
Pashler, Harold; McDaniel, Mark; Rohrer, Doug; & Bjork, Robert (2009), "Learning Styles: Concepts and Evidence", Psychological Science in the Public Interest 9(3): 105–119.
Sternberg, Robert J. (1999), Thinking Styles (Cambridge, UK: Cambridge University Press).
Swerdlow, Joel L. (agosto 1999),
"The Power
of Writing", National
Geographic 196(2): 110-133, 136.